sabato 14 settembre 2013

Migrazione

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mercoledì 20 febbraio 2013

Snare Drums Comparison - Rullanti a Confronto

a cura di Rino Cavalli ed Elisabeth Orion

Cinque rullanti in metallo a confronto:

- Ludwig Supersensitive LM411 ('76) - 6,5" x 14" - Alluminio
- Pearl Sensitone Elite (2009) - 5" x 14" -Ottone
- Ludwig Supraphonic LM400 ('65) - 5" x 14" Aluminio
- DW Collector's Series ('96) - 6,5" x 14" Ottone
- AK Custom Snare Drums (2012) - 5,5" x 14" Rame

Tutte le pelli battenti sono in SI(4) e le risonanti in LA(4)
Il microfono utilizzato era uno Shure SM77 (l'antenato del più famoso SM57) con un regolazione Flat. Quale preferisci? :-)

Buon Ascolto






Guarda anche il test sui cerchi a confronto:
http://drummika.blogspot.it/2012/03/cerchi-confronto.html


domenica 13 gennaio 2013

Assemblarsi un rullante ...anzi due!!

di Rino Cavalli

Un giorno Fabrizio (batteria&batteristi) mi propose un fusto in acero per assemblarmi un rullante. Vista l'opportunità, lui che già aveva avuto esperienze nel produrre rullanti, aveva deciso di prenderne uno da 6,5" e, se ne avessi preso uno anch'io, mi avrebbe aiutato guidandomi con tutti i suggerimenti del caso per poter realizzare un rullante al meglio delle mie possibilità. L'idea fu interessante e, visto che lo spessore del fusto da lui proposto corrispondeva esattamente a ciò che cercavo in quel momento, accettai immediatamente. Potevo scegliere fra due profondità: 5" e 6,5"; li presi entrambi :-)
L'esperienza l'ho condivisa con la nostra Elisabeth (batteria&batteristi) che prese un fusto da 6,5".

fusti grezzi
L'avventura era iniziata! I fusti arrivarono pochi giorni dopo. Non vedevo l'ora di veder realizzati questi rullanti e poterli finalmente suonare! Pensai che in molte culture non occidentali un musicista non è considerato tale finché non si sia costruito lo strumento che suonerà.
Finalmente arrivò il momento di progettarli. Contattai Elisabeth, che in quel periodo era lontana da casa per studi, e via Skype decidemmo come e quando realizzarli.  Lei decise che gli hardware dovevano essere degni di una rocker quindi la scelta cadde su un design semplice di color nero. Anche io decisi per un design semplice, ma sicuramente avrei evitato il nero, quindi il classico cromato per uno e gold-plated per l'altro facevano al caso mio. Una volta scelti gli hardware, abbiamo ordinato tutto quello che ci serviva in uno store in Germania.

fusti appena laccati e
lasciati ad asciugare
L'allineamento dei bordi era la prima fase. Il punto di appoggio delle pelli è fondamentale per il suono che produrrà il rullante. Un taglio a 30° o arrotondato conferiscono un maggiore controllo degli overtones, tipico dei rullanti vintage. Un taglio a 45° invece, da un suono più moderno e ricco di armoniche.
Nel caso di questi fusti, il taglio era già presente: 45°, ma ovviamente ancora grezzo. Visto che ho dovuto fare tutto a mano libera, la mia scelta si orientò quindi verso un 45° ma leggermente arrotondato. La fase successiva era la laccatura del fusto.

fusto pronto per essere segnato
Un volta superate queste prime due fasi, abbiamo segnato tutti i punti dove avremmo dovuto forare per applicarci le parti meccaniche, proteggendo i fusti con del nastro adesivo di carta.
Nel frattempo, sono arrivati gli hardware dalla Germania... "Cavolo, qui c'è un errore!!" Nel pacco, una coppia di cerchi (hoops) era sbagliata. Forse non ci siamo capiti bene. Lo store sembra essere piccolo ed a gestione famigliare (ma potrei sbagliarmi); probabilmente qualche equivoco è nato dal fatto che lo scambio di email fatto per l'ordine erano in inglese anzichè nella lingua madre di una delle due parti.

hardware
Da lì cominciò uno scambio di emails fino al raggiungimento dell'accordo che mi avrebbero mandato i cerchi giusti senza ulteriori spese.
Finalmente avevamo tutto il necessario e potevamo procedere con la foratura dei fusti. Per questa fase ci serviva un trapano a colonna. Chiesi a Federico (chitarrista dei Bakiba) se potevamo utilizzare la sua cantina e i suoi attrezzi. La risposta fu affermativa. Federico era divertito dal nostro entusiasmo e al contempo incuriosito dal nostro progetto.

Decidemmo per un sabato di febbraio. Elisabeth e io raggiungemmo casa sua alla mattina. Preparammo la cantina, il trapano a colonna e il tavolo da lavoro. Federico fu molto ospitale e non mancarono i suoi ottimi suggerimenti; la sua fama di "sventratore/modificatore" di chitarre lo precede... :-)
Tra una chiacchiera e l'altra, si era già fatta l'ora di pranzo. L'appuntamento fu rinnovato al primo pomeriggio. Saremmo entrati nel vivo dell'avventura. Pranzai velocemente e passai a prendere Elisabeth a casa sua per poi raggiungere nuovamente casa di Federico.

paura di sbagliare ...
Si comincia!! E' giunto il momento di fare il primo foro... "Aiuuutoooo.... spero di non sbagliare, altrimenti son guai!"
Dopo le prime incertezze, ormai ero in ballo... "quel che viene, viene" mi dissi. In fin dei conti era un esperimento. Anche se fosse andato tutto storto, avevo comunque un secondo fusto su cui aggiustare il tiro o, alla peggio, per il poco che costava, avrei sempre potuto farmi mandare un fusto nuovo... ma la fortuna fu dalla parte giusta :-)
Elisabeth sembrò invece più sicura quando venne il momento di forare il suo futuro tamburo...
Nonostante qualche piccolo inconveniente di percorso, dovuti alla mancanza di esperienza e di attrezzature professionali, il lavoro giunse a termine con soddisfazione.

Dopo la foratura venne il momento di una nuova passata di lacca per proteggere il legno anche all'interno dei fori e sulle ulteriori levigature (snare-bed). Aspettando che la lacca si asciugasse, Federico e moglie ci invitarono su in casa per un buon caffè al caldo.
"Uhm, ottimo il caffè, ci voleva proprio! Grazie"; quattro chiacchiere sulle aspettative a lavoro ultimato e poi di nuovo giù in cantina per verificare che si fosse asciugata l'ultima mano di lacca.
Sembrò tutto a posto, risistemammo la cantina come l'avevamo trovata alla mattina, prendemmo i nostri fusti e ci dirigemmo in un altro ambiente piu caldo.

pronti per essere assemblati
Si era fatta sera, era tutto il giorno che lavoravamo ma il "traguardo" ormai era vicino. Era il momento di assemblare il tutto e poi finalmente provare le nostre creazioni :-)
Da quel momento in poi, fu quasi come giocare con il Lego... L'impazienza e l'eccitazione aumentavano ad ogni meccanica fissata, non vedevamo l'ora di poterli suonare, ma.... "nooooo...... un foro è sbagliato!!!" accidenti, era stata presa male una misura. Bisognava farne uno nuovo a misura giusta. Chiamai Federico per poter utilizzare nuovamente il suo trapano a colonna. Lui disse che non c'era problema e di raggiungerlo un po' più tardi. Ne approfittammo per andare a mangiare una pizza lì vicino e poi ci saremmo diretti nuovamente a casa di Federico. Gli rubammo solamente pochi minuti e poi di nuovo via ad assemblarli.

 
in fase di montaggio
 
Eli assembla il suo rullante













Conclusioni:
il primo è finito
E' stata un bellissima giornata. A conti fatti, mi sono reso conto che la progettazione e la lavorazione erano la parte più bella e divertente di questo progetto. Non ci sono parole per descrivere l'eccitazione nel veder prendere forma una propria creazione, in compagnia e con la complicità di chi condivide la stessa passione.
La fortuna è stata dalla nostra parte, nonostante qualche piccolo inconveniente di percorso, i rullanti suonano bene e restituiscono molte soddisfazioni. Insomma abbiamo avuto quella che si chiama "la fortuna del principiante"!!  
Ringrazio di cuore Elisabeth per aver condiviso con me questa splendida avventura; Fabrizio per essere stato l'artefice di tutto questo, per averci guidati e per i preziosissimi consigli che ci ha dato nonostante la grande distanza geografica; ed infine, ma altrettanto importante, Federico per la disponibilità e la pazienza.

rullanti pronti per essere suonati! - febbraio 2011 -


original: http://batteristico.blogspot.it/2012/12/assemblarsi-un-rullante-anzi-due.html


giovedì 3 gennaio 2013

Manu Katché


Ho sempre avuto un debole per i rullanti in ottone, e in particolare per il suono di Manu Katchè, non è un mistero e chi mi conosce sa che è per me "il suono" del rullante, senza se e senza ma... però, proprio studiando la sonorità di questo batterista , mi sono addentrato un pò meglio dentro la sua "storia" e (di conseguenza) dentro la storia di questo rullante prodotto dalla Yamaha ad inizio anni '90.

Esiste un video di Katchè che suona con un rullante Ludwig, il video è assai vecchio e Katchè era, all'epoca, poco più che un illustre sconosciuto. Quando iniziò a farsi conoscere ed apprezzare, la Yamaha gli propose subito di realizzare un rullante che avesse le caratteristiche sonore che avevano reso celebre Katchè. Ma katchè, fino ad allora, aveva suonato rullanti Ludwig, anche se con batterie Yamaha.

In breve, fu chiesto alla Yamaha di realizzare la copia esatta del Black Beauty, forti anche della collaborazione ed esperienza del gruppo Yamaha Moto, che con metalli e le leghe particolari erano molto.. "ferrati"!

E così arrivò questo rullante sul mercato, senza troppe informazioni (come nello stile delle case giapponesi...) ma con un grande eco pubblicitario dettato dal nome di Katchè che andava affermandosi (di lì a poco ci fu anche il celebre tour con Peter Gabriel "SO").

Sono passati gli anni, ne sono passati oltre 20, e se guardiamo Katchè oggi, nel 90 per cento dei casi usa ancora il "suo" rullante, il numero "001", se vogliamo chiamarlo così.. lui che potrebbe permettersi di cambiarne uno al giorno, di averne sempre di nuovi ad ogni concerto, usa invece un rullante "vecchio" di oltre venti annni, e usa sempre quello per ogni sua registrazione. Nè il modello seguente (il custom model che arrivò nel '96 con i tiranti di nuovo tipo), nè il modello attuale (non più seamless). Usa sempre il "suo" vecchio rullo.

Qualche motivo dev'esserci...

Andando a curiosare tra leggende e voci del web, pare che Katchè abbia chiesto la replica esatta del Black Beauty anche nella realizzazione della lega (ottone si, ma l'ottone non è uguale per tutti... in genere è composto da due metalli, a cui se ne aggiunge un terzo per modificarne durezza e struttura), quindi il suo sarebbe una specie di B.B. in tutto e per tutto, con l'aggiunta della tecnologia Yamaha (non me ne vogliano i tifosi Ludwig, ma ben superiore a livello di metalli e precisione meccanica) e una serie di piccoli accorgimenti che il Ludwig non aveva e che non avrebbe avuto mai, rimanendo fedele alla linea costruttiva che lo ha caratterizzato da oramai quasi un secolo... Fu una copia fedele del B.B. nella prima produzione, ma (sembra) non nella produzione successiva, che non fu fatta con lo stesso ottone (per ragioni di costi??); tra l'altro, qualche tempo fa ne ho avuti due insieme, un prima serie e un seconda serie, e devo dire che il seconda serie, il "custom model" per capirci, suonava effettivamente molto meno)...

Ma tornando alla prima produzione e agli accorgimenti tecnici, quali erano??

Il primo tra tutti è nello snare bed, più stretto e meno profondo (di pochissimo, già il Ludwig è poco presente come snare bed), visibile nelle due foto che ho pubblicato in quest'album, con il rullo smontato e capovolto; poi il bearing edge più addolcito (se fosse in legno, sarebbe un 45 rounded esterno) che ne controlla il suono... poi la cordiera ad azione parallela, più precisa e affidabile (la Ludwig è tristemente famosa per la sua inaffidabilità, anche se ad un B.B. si perdona tutto...); poi i cerchi, soprattutto quello inferiore realizzato in alluminio (anzichè zinco o alluminio e zinco), con la consueta leggerezza dei cerchi Yamaha (pelle che risuona libera come se avesse un tripla flangia) e con il controllo degli overtones (alluminio) davvero perfetto. Poi il foro di sfiato, posto in basso per una maggior compressione e nota più bassa... infine la cordiera, una stainless standard ma con i fili più vicini (quindi più stretta) e leggermente più corta, quasi come fosse una 13"... oltre al fusto seamless (come il Ludwig) e all'anodizzazione (come il Ludwig) che è di per sè un processo costruttivo che controlla il suono (una specie di ruggine indotta).

E, cosa importante, una modifica fatta da Katchè e quindi "solo" sul suo rullante, un cerchio battente Ludwig Twin Channel, che ha la capacità di tirare la pelle a vetro senza farla "chiudere", facendo suonare il rullante come un timbales (il suono di Katchè, appunto) ma con quella presenza di corpo che con un altro cerchio si perderebbe (i Twin Channel sono dei cerchi usati dalla Ludwig sui Coliseum e poi dismessi perchè troppo costosi, abbastanza introvabili se non sul mercato americano, di seconda mano o da collezionisti).

In conclusione, un rullante "copiato" si, ma riveduto e corretto rispetto all'originale (il Black Beauty), pensato nei minimi dettagli e che suona veramente bene (per gli amanti del genere, ovviamente), e si differenzia da tutta la produzione successiva che poi, nel corso degli anni, è diventata meno attenta rispetto al modello che ha fatto da capostipite, leggermente più "economica" e con l'occhio più orientato al marketing..

Ecco perchè. oggi, dopo tanto cercare, ho preferito di nuovo prendermi un "vecchio" MK limited edition piuttosto che un B.B Ludwig o un MK nuovo di negozio.

Pippe mentali?



Fabrizio Granata

domenica 25 novembre 2012

La costruzione del Suono

Finalmente disponibile il primo manuale sull'accordatura curato da Batteria&Batteristi.
E' già disponibile online presso questo indirizzo:
http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=907811 Ed. Feltrinelli
Autore: Fabrizio Granata
Prefazione: Rino Cavalli
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giovedì 7 giugno 2012

Quattro chiacchiere con Adrian Kirchler AK-Drums (1°parte)

Interview Adrian Kirchler 8 febbraio 2012 
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Lo scorso 8 febbraio, Elisabeth e io abbiamo avuto il piacere di incontrare uno dei costruttori e restauratori di tamburi più famoso al mondo: Adrian Kirchler
L'incontro è stato gradevolissimo. Adrian è una persona disponibile, simpatica e di grande umiltà; una persona che ci ha colpito per la sua semplicità.
In questa righe, troverete ciò che ci ha raccontato, nel quale traspare una grande passione e un altrettanto grande entusiasmo in quello che fa.

Buona lettura.

Rino: Ciao Adrian! Al NAMM 2012 si trovavano alcuni dei tuoi rullanti. Hai voglia di parlarci un po’ di questo ultimo progetto.
PhotobucketAdrian: Si, al NAMM è stato presentato il nuovo progetto con Craviotto: Masters Metal Series. Un giorno Johnny (Craviotto) mi ha chiamato per dirmi che aveva in mente qualcosa di nuovo. Aveva pensato a un fusto metà rame, metà ottone. L'idea è nata dal concetto “Two Piece Shell” in ottone che avevo fatto per la Ludwig. Il progetto è stato presentato ufficialmente due giorni prima del NAMM Show e poi, durante i quattro giorni del NAMM, sono stati venduti tutti. Nessuno sapeva del progetto e anche adesso non è conosciuto proprio perché sono stati venduti tutti. In realtà su internet si trovano informazioni: sul sito di Craviotto, sul sito Maxwell Vintage and Custom Shop e ovviamente anche sul mio sito (AK-Drums). 
R: Sei famoso in tutto il mondo per i rullanti marchiati Craviotto e Ludwig... Com'è iniziata e in che modo si è sviluppata la tua avventura con Craviotto e con la storica Ludwig?
A: Nel 2004 sono uscito ufficialmente dal laboratorio per presentare il mio primo lavoro al Vintage and Custom Drum Show di Amsterdam; era un rullante e Johnny Craviotto, anche lui presente, si era dimostrato interessato. La settimana seguente, mi ha contattato per l'acquisto di quel rullante. Un anno più tardi mi ha
contattato nuovamente per la prima collaborazione: i Diamond Series.
Nel 2007, in occasione della Musikmesse di Francoforte, un amico di Monaco mi ha presentato a Todd Trent, l'allora “Artist Relations Manager” della Ludwig. All'epoca stavano progettando qualcosa per i 100 anni dell'azienda, pensavano a un gold plated ma non avevano ancora un idea precisa. Dopo qualche scambio di emails, ho prodotto un prototipo. L'anno successivo sono tornato alla Musikmesse per incontrare nuovamente Todd Trent che, insieme agli altri manager della Ludwig, mi ha confermato il Ludwig Gold Triumphal - Limited Edition e in seguito anche il Ludwig Two Piece Shell. 


R: Produci tutto tu sui tuoi rullanti?
A: Si, produco tutto io. Faccio le meccaniche, i tube lugs, i cerchi e ovviamente i fusti. Se dico “questo rullante l’ho fatto io”, normalmente si pensa solo al fusto; nessuno pensa alla macchinetta tendi-cordiera o ai cerchi. Al giorno d'oggi è difficile trovare qualcuno che produca tutto.  

R: Questo rende i tuoi lavori ancora più preziosi! Hai prodotto interamente anche i rullanti per Craviotto e per Ludwig?
A: I Ludwig Gold Triumphal, li ho fatti interamente qui. I Diamond Series, il primo lavoro per Craviotto, ho prodotto soltanto i fusti incisi e già forati. Per il Copper Series ho fatto i fusti e la macchinetta, mentre per il nuovo progetto Masters Metal Series faccio i fusti e la macchinetta tipo vintage o in alternativa puoi scegliere la Trick standard. Ai lugs e alle cordiere ci pensa Craviotto.
R: Sul tuo sito c’è un rullante particolare, firmato dal batterista Damion Reid. Mi ha colpito per il connubio tra lo stile vintage e l'innovativa cordiera. Com’è nata l’idea?
A: La cordiera è tipo vintage, simile ai rullanti Ludwig negli anni 20. E' nuovo solamente come viene montata. Damion è un mio cliente. Qualche anno fa ha acquistato un rullante da orchestra. Non capivo il perchè. I rullanti da orchestra hanno un suono duro, secco, qualcosa che normalmente i jazzisti non amano. Un giorno l'ho visto suonare a Salisburgo e ho capito che per il suo modo di suonare cercava proprio quel tipo di rullante.
Suona velocissimo, tantissimi single-stroke roll. Quelle cose le senti molto meglio su un rullante da orchestra, e così mi è venuta l'idea di montare la cordiera in quel modo.
Ho parlato con lui proponendogli di provare un prototipo e, due giorni dopo averglielo fatto recapitare, lo ha utilizzato per il suo nuovo disco (ride). E' stato un lavoro di successo, in quel disco ha suonato anche Jack Dejohnette. Era contentissimo. Ora Damion ne ha due, un 14"x7” che suona sempre in concerto e un 14"x5” che usa in studio.
Adesso ne sto facendo uno anche per un altro batterista jazz americano. Questo però avrà il fusto in ottone e una cordiera più sottile. Anche in questo caso ci sarà uno snare bed per ogni diramazione della cordiera. Monterà una macchineta tipo “Dresdner” che permetterà di regolare metà cordiera alla volta. Sarà un rullante un po' più sensibile; avrà una cordiera più sottile e quindi un suono meno “militare”, più vicino ad una cordiera normale.  

R: Hai degli endorser?
A: Endorser non è proprio il termine giusto… normalmente un endorser può suonare solo con gli strumenti che riceve… un endorser Ludwig deve suonare Ludwig… altrimenti è nei guai (ride). A Damion Reid ho regalato il suo prototipo perché non ero sicuro del risultato, ma non ho mai imposto di suonare un mio strumento. Jack Bruno (batterista di Tina Turner, Joe Cocker, ecc...ndr.) è il mio cliente più recente; mi ha chiesto un rullante perchè ne ha sentito parlare. Il cliente soddisfatto e le collaborazioni con Ludwig e Craviotto sono la miglior pubblicità per me.
R: E magari i tuoi vicini di casa non sanno cosa fai…
A: Sicuramente (ride). 


- VINTAGE E RESTAURO -
R: I tuoi rullanti sono delle autentiche opere d'arte. Dai tuoi lavori, traspare una grande passione per il vintage. Ci parli di questa tua passione?
A: L'approccio vintage è nato principalmente quando volevo avere un Black Beauty inciso, ma costavano molto e non me lo potevo permettere, così ho iniziato a fare il mio primo rullante inciso da solo. Da quando ho cominciato a fare lavori di restauro, ho avuto la possibilità di vedere tutte le incisioni, non solo nei libri o su internet, ma le avevo proprio sotto mano! Ho avuto la possibilità di restaurare anche qualche Black Beauty Slingerland e altri rullanti davvero rari, dei quali ne esistono solamente 12 o 13 esemplari. Sono opportunità che mi permettono di avere tra le mani dei pezzi che normalmente puoi vedere solo da un collezionista o in un museo.
R: Un tempo si usavano pelli naturali, ora sono praticamente introvabili… 

PhotobucketA: Non sono introvabili, devi solo sapere dove cercarle. Ci sono delle ditte che le producono, Una è in Irlanda, una negli Stati Uniti… ma io le prendo sempre in Germania. Prendo le pelli senza il cerchio, le bagno, le monto sui cerchi che faccio io e aspetto che si seccano. Faccio come si faceva fino agli anni 50. C'è molta richiesta per i rullanti d’orchestra, soprattutto al nord: Austria, Germania, Olanda... In Italia no. Con il nostro clima le pelli naturali sono più difficili da gestire, devi accordarle spesso e poi sono più delicate. Al nord invece fa parte della cultura. Suonare su una pelle naturale è un altro mondo.
R: Quindi sei uno dei pochi che assembla pelli naturali?
A: Sono uno dei pochi che lo offre ufficialmente.



segue...
Quattro chiacchiere con Adrian Kirchler AK-Drums (2°parte)
 


di Rino Cavalli – Elisabeth Orion