giovedì 7 giugno 2012

Quattro chiacchiere con Adrian Kirchler AK-Drums (1°parte)

Interview Adrian Kirchler 8 febbraio 2012 
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Lo scorso 8 febbraio, Elisabeth e io abbiamo avuto il piacere di incontrare uno dei costruttori e restauratori di tamburi più famoso al mondo: Adrian Kirchler
L'incontro è stato gradevolissimo. Adrian è una persona disponibile, simpatica e di grande umiltà; una persona che ci ha colpito per la sua semplicità.
In questa righe, troverete ciò che ci ha raccontato, nel quale traspare una grande passione e un altrettanto grande entusiasmo in quello che fa.

Buona lettura.

Rino: Ciao Adrian! Al NAMM 2012 si trovavano alcuni dei tuoi rullanti. Hai voglia di parlarci un po’ di questo ultimo progetto.
PhotobucketAdrian: Si, al NAMM è stato presentato il nuovo progetto con Craviotto: Masters Metal Series. Un giorno Johnny (Craviotto) mi ha chiamato per dirmi che aveva in mente qualcosa di nuovo. Aveva pensato a un fusto metà rame, metà ottone. L'idea è nata dal concetto “Two Piece Shell” in ottone che avevo fatto per la Ludwig. Il progetto è stato presentato ufficialmente due giorni prima del NAMM Show e poi, durante i quattro giorni del NAMM, sono stati venduti tutti. Nessuno sapeva del progetto e anche adesso non è conosciuto proprio perché sono stati venduti tutti. In realtà su internet si trovano informazioni: sul sito di Craviotto, sul sito Maxwell Vintage and Custom Shop e ovviamente anche sul mio sito (AK-Drums). 
R: Sei famoso in tutto il mondo per i rullanti marchiati Craviotto e Ludwig... Com'è iniziata e in che modo si è sviluppata la tua avventura con Craviotto e con la storica Ludwig?
A: Nel 2004 sono uscito ufficialmente dal laboratorio per presentare il mio primo lavoro al Vintage and Custom Drum Show di Amsterdam; era un rullante e Johnny Craviotto, anche lui presente, si era dimostrato interessato. La settimana seguente, mi ha contattato per l'acquisto di quel rullante. Un anno più tardi mi ha
contattato nuovamente per la prima collaborazione: i Diamond Series.
Nel 2007, in occasione della Musikmesse di Francoforte, un amico di Monaco mi ha presentato a Todd Trent, l'allora “Artist Relations Manager” della Ludwig. All'epoca stavano progettando qualcosa per i 100 anni dell'azienda, pensavano a un gold plated ma non avevano ancora un idea precisa. Dopo qualche scambio di emails, ho prodotto un prototipo. L'anno successivo sono tornato alla Musikmesse per incontrare nuovamente Todd Trent che, insieme agli altri manager della Ludwig, mi ha confermato il Ludwig Gold Triumphal - Limited Edition e in seguito anche il Ludwig Two Piece Shell. 


R: Produci tutto tu sui tuoi rullanti?
A: Si, produco tutto io. Faccio le meccaniche, i tube lugs, i cerchi e ovviamente i fusti. Se dico “questo rullante l’ho fatto io”, normalmente si pensa solo al fusto; nessuno pensa alla macchinetta tendi-cordiera o ai cerchi. Al giorno d'oggi è difficile trovare qualcuno che produca tutto.  

R: Questo rende i tuoi lavori ancora più preziosi! Hai prodotto interamente anche i rullanti per Craviotto e per Ludwig?
A: I Ludwig Gold Triumphal, li ho fatti interamente qui. I Diamond Series, il primo lavoro per Craviotto, ho prodotto soltanto i fusti incisi e già forati. Per il Copper Series ho fatto i fusti e la macchinetta, mentre per il nuovo progetto Masters Metal Series faccio i fusti e la macchinetta tipo vintage o in alternativa puoi scegliere la Trick standard. Ai lugs e alle cordiere ci pensa Craviotto.
R: Sul tuo sito c’è un rullante particolare, firmato dal batterista Damion Reid. Mi ha colpito per il connubio tra lo stile vintage e l'innovativa cordiera. Com’è nata l’idea?
A: La cordiera è tipo vintage, simile ai rullanti Ludwig negli anni 20. E' nuovo solamente come viene montata. Damion è un mio cliente. Qualche anno fa ha acquistato un rullante da orchestra. Non capivo il perchè. I rullanti da orchestra hanno un suono duro, secco, qualcosa che normalmente i jazzisti non amano. Un giorno l'ho visto suonare a Salisburgo e ho capito che per il suo modo di suonare cercava proprio quel tipo di rullante.
Suona velocissimo, tantissimi single-stroke roll. Quelle cose le senti molto meglio su un rullante da orchestra, e così mi è venuta l'idea di montare la cordiera in quel modo.
Ho parlato con lui proponendogli di provare un prototipo e, due giorni dopo averglielo fatto recapitare, lo ha utilizzato per il suo nuovo disco (ride). E' stato un lavoro di successo, in quel disco ha suonato anche Jack Dejohnette. Era contentissimo. Ora Damion ne ha due, un 14"x7” che suona sempre in concerto e un 14"x5” che usa in studio.
Adesso ne sto facendo uno anche per un altro batterista jazz americano. Questo però avrà il fusto in ottone e una cordiera più sottile. Anche in questo caso ci sarà uno snare bed per ogni diramazione della cordiera. Monterà una macchineta tipo “Dresdner” che permetterà di regolare metà cordiera alla volta. Sarà un rullante un po' più sensibile; avrà una cordiera più sottile e quindi un suono meno “militare”, più vicino ad una cordiera normale.  

R: Hai degli endorser?
A: Endorser non è proprio il termine giusto… normalmente un endorser può suonare solo con gli strumenti che riceve… un endorser Ludwig deve suonare Ludwig… altrimenti è nei guai (ride). A Damion Reid ho regalato il suo prototipo perché non ero sicuro del risultato, ma non ho mai imposto di suonare un mio strumento. Jack Bruno (batterista di Tina Turner, Joe Cocker, ecc...ndr.) è il mio cliente più recente; mi ha chiesto un rullante perchè ne ha sentito parlare. Il cliente soddisfatto e le collaborazioni con Ludwig e Craviotto sono la miglior pubblicità per me.
R: E magari i tuoi vicini di casa non sanno cosa fai…
A: Sicuramente (ride). 


- VINTAGE E RESTAURO -
R: I tuoi rullanti sono delle autentiche opere d'arte. Dai tuoi lavori, traspare una grande passione per il vintage. Ci parli di questa tua passione?
A: L'approccio vintage è nato principalmente quando volevo avere un Black Beauty inciso, ma costavano molto e non me lo potevo permettere, così ho iniziato a fare il mio primo rullante inciso da solo. Da quando ho cominciato a fare lavori di restauro, ho avuto la possibilità di vedere tutte le incisioni, non solo nei libri o su internet, ma le avevo proprio sotto mano! Ho avuto la possibilità di restaurare anche qualche Black Beauty Slingerland e altri rullanti davvero rari, dei quali ne esistono solamente 12 o 13 esemplari. Sono opportunità che mi permettono di avere tra le mani dei pezzi che normalmente puoi vedere solo da un collezionista o in un museo.
R: Un tempo si usavano pelli naturali, ora sono praticamente introvabili… 

PhotobucketA: Non sono introvabili, devi solo sapere dove cercarle. Ci sono delle ditte che le producono, Una è in Irlanda, una negli Stati Uniti… ma io le prendo sempre in Germania. Prendo le pelli senza il cerchio, le bagno, le monto sui cerchi che faccio io e aspetto che si seccano. Faccio come si faceva fino agli anni 50. C'è molta richiesta per i rullanti d’orchestra, soprattutto al nord: Austria, Germania, Olanda... In Italia no. Con il nostro clima le pelli naturali sono più difficili da gestire, devi accordarle spesso e poi sono più delicate. Al nord invece fa parte della cultura. Suonare su una pelle naturale è un altro mondo.
R: Quindi sei uno dei pochi che assembla pelli naturali?
A: Sono uno dei pochi che lo offre ufficialmente.



segue...
Quattro chiacchiere con Adrian Kirchler AK-Drums (2°parte)
 


di Rino Cavalli – Elisabeth Orion

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