sabato 3 marzo 2012

La nostra Elisabeth partecipa ad un drum-contest!

La nostra Elisabeth partecipa ad un drum-contest!
E' un contest tutto al femminile quello a cui sta partecipando  la nostra Elisabeth
diamo supporto all'unica italiana in gara!!
Questo è il link dove poterla votare:

http://www.hitlikeagirl2012.com/videos/room-335


Divagazioni tra i legni

Photobucket

Quanti di noi conoscono effettivamente le caratteristiche dei legni con cui sono costruite le nostre batterie? o quanti sanno scegliere il proprio strumento in base a ciò che il proprio orecchio vuol sentire e, quindi, ciascun legno può dare?

E come funziona l'accoppiata legno-cerchio? o legno-bearing edge o ancora, legno-spessore??

Facciamo una velocissima carrellata sui legni più comuni e sulle loro caratteristiche timbriche.

Partiamo dai legni; i più diffusi oramai sono noti a tutti, e sono i soliti Acero, Betulla, e Mogano; a seguire Bubinga, Pioppo, Quercia per poi andare su essenze "particolari" come Wengè, Padouk, o i "nostrani" Noce, Ulivo, Ciliegio.

Photobucket
A vederla così sembrerebbe quasi che con ogni legno sia possibile costruire un tamburo, e in fondo non è del tutto sbagliato; la differenza in genere sta nella qualità del legno (scelta e stagionatura, essiccazione e provenienza) e nelle sue caratteristiche di "durezza".

La durezza infatti è un aspetto determinante per il legno; spesso incide nei costi di lavorazione (e quindi di vendita) facendo apparire magari "pregiati" dei legni che sono semplicemente "nervosi" (magari con sonorità eccellenti, certo), e quindi "costosi" solo perchè di difficile lavorazione e con grande quantità di scarto. Un esempio è il nostro Ulivo, che per essere lavorato comporta a priori una discreta quantità di legno da scartare per via della durezza e dell'elevata quantità di "nodi" al suo interno; suona benissimo, è un legno duro e resistente, ma non pregiato. Un legno comunissimo, in Italia ne sappiamo qualcosa: basta girare un pò tra le nostre colline e vedere quanti alberi di ulivo ci sono intorno a noi...

Ma allora perchè i legni "duri" sono così utilizzati?
La risposta è abbastanza scontata: i legni duri hanno frequenze tendenzialmente scure, molti bassi e pochi armonici, e sono le tipiche frequenze che piacciono ai batteristi.

Photobucket
Alcuni esempi: Mogano Filippino (economico): basse frequenze, pochissimo sunstain; Padouk: basse frequenze, moltissimo attacco; Bubinga: Basse frequenze, discreto attacco; Kaya (Mogano Africano): Bassissime frequenze, scarso attacco.

Fermandoci qui, senza andare troppo oltre, abbiamo già una discreta chiave di lettura, che ci aiuta ad esempio a capire perchè, su alcuni modelli, spesso le essenze "scure" vengono accoppiate ad altri legni "chiari" come betulla o acero, che completano la carenza di toni chiari e attacco al range di frequenze che un tamburo in essenza "dura" riesce a dare.

Mentre ad esempio altri legni "viaggiano" da soli, come l'acero (così tanto utilizzato) che è un legno di media durezza, ha caratteristiche timbriche che sostanzialmente accontentano un pò tutti, con presenza di toni bassi e medi, qualche accenno di toni alti, buona lavorazione in fase di realizzazione di un tamburo (e quindi poco scarto) e numerose varietà (quindi buona reperibilità) a seconda della zona di provenienza;
o la betulla, famosa negli anni '80 e '90 grazie all'avvento della Yamaha 9000, che per le sue caratteristiche di suono "equalizzato" naturale, fece la gioia di tecnici e studi di registrazione che eliminarono code e armonici indesiderati conservando chiarezza tonale e corposità (la betulla ha bassi leggermente meno pronunciati degli altri legni ma comunque ben presenti, discreta presenza di medi e notevole quantità di alti; da qui il suono cristallino e pieno di attacco, aggressivo quasi. Allo stesso tempo non ha molta coda, è un suono fermo di suo, generalmente pulito e talvolta "metallico" e si registra con estrema facilità).

Se a questo ragionamento uniamo anche una discreta conoscenza del rapporto spessore/cerchi/suono, possiamo iniziare ad avvicinarci mentalmente al nostro "tamburo" ideale.

ciao alla prossima!


Fabrizio Granata

Cerchi a confronto

Video a cura di Mirco Rodeghiero, Elisabeth Orion e Rino Cavalli.

Ciao a tutti, nel video che abbiamo confrontato 5 cerchi su un rullante - da molti definito "lo standard per eccellenza" - Ludwig Supraphonic vintage del '65. i cerchi confrontati sono i seguenti:
1. cerchio tripla-flangia (originale Ludwig);
2. S-Hoop
3. Die-Cast acciaio
4. Die-Cast ottone
5. Die-Cast alluminio



Guarda anche il test sui rullanti a confronto:
http://drummika.blogspot.it/2013/02/snare-drums-comparison-rullanti.html


DRUMMIKA I° edizione

Drummika I° edizione
8 novembre del 2008 presso The MusicStore di Silvi Marina (TE)
Per la prima volta si è parlato di accordatura dal punto di vista tecnico e sulle caratteristiche costruttive dei tamburi... argomenti fondamentali per la ricerca del proprio suono e del proprio strumento!
Si è potuto confrontare diversi strumenti di diverse marche e quindi con caratteristiche diverse. Il principio fondamentale, era la possibilità di poter scambiare pareri e chiacchierare in relax con tutti i presenti.
Personalmente ho fatto una bella chiacchierata con Giulio Proietti proprio sul suono, sui bearing edges, sui legni e su molti altri argomenti legati al suono e all'accordatura. Abbiamo smontato un batteria e abbiamo analizzato le caratteristiche costruttive che ne determinano il suono!
Intorno a mezzogiorno è arrivato Giorgio Di Tullio, e dopo averlo aiutato a sistemare la batteria che avrebbe utilizzato, anche con lui abbiamo fatto bela una chiacchierata, prima sulle accordature da lui usate per poi proseguire con argomenti di tecnica... dopo aver pranzato con un panino ci sono state le due clinic di Di Tullio e di Agostino Magangolo e per finire il nostro Fabrizio affiancato da Proietti hanno potuto parlare di suono e accordatura.
Ecco un paio di video e la galleria fotografica dell'evento.

-un piaccola dimostrazione di tecnica del grande Giorgio Di Tullio-

-un esempio di grande musicalità del grande Agostino Marangolo-

Vai alla Gallery per vedere le foto dell'evento:

B&Bday_rid 
di Rino Cavalli

"Le batteriste"- una specie a rischio di estinzione?

Autunno 2010

Quest’articolo è dedicato alle creature forse più rare di tutto il mondo della musica. Sono difficilissime da reperire su un palco, eppure dovrebbe essere il loro habitat naturale: "le Batteriste".
La batteria è da sempre considerata uno strumento prevalentemente maschile. I figli (maschi) di solito vengono mandati a suonare la batteria, la chitarra elettrica, la tromba mentre le ragazze suonano più di frequente strumenti come il flauto o l’arpa. Sembra che gli strumenti musicali siano stati divisi in “maschili” e “femminili” forse sulla base del maggiore o minore impegno fisico richiesto per suonare. Sta di fatto che molte ragazze non considerano nemmeno lontanamente l'idea di mettersi dietro i tamburi; infatti qualora una ragazza decidesse di suonare seriamente la batteria, dovrebbe affrontare un sacco di pregiudizi e altri problemi. Non è solo il solito “Suoni bene… per essere una ragazza” di alcuni uomini a rendere difficile la vita alle batteriste, ma spesso vengono considerate solo come un’attrazione sexy; per questo motivo tante batteriste sono costrette a puntare maggiormente sull’apparenza anziché sul modo di suonare – anche perché così è più facile trovare occasioni per poter esibirsi sul palco.
Navigando in alcuni forum ho notato che anche tra musiciste c'è carenza di solidarietà. Paradossalmente ci sono tanti post di ragazze batteriste che preferiscono evitare band con troppe donne perché, secondo queste, le ragazze fanno troppe “storie” non riuscendo poi a lavorarci insieme.
Eppure non c’è motivo di disperare. Sono numerosi gli esempi di donne dietro i tamburi che dimostrano che la musica non ha bisogno di stereotipi e discriminazioni. Nomi come Cindy Blackman, Hilary Jones o – per rimanere in Italia - Alessia Mattalia vengono pronunciati in tutto il mondo con grande rispetto. La lista del sito drummerworld.com nominata “The Ladies” sta diventando sempre più lunga. A questo punto mi permetto di indicarvi un articolo della rivista Percussioni del dicembre 2005 dedicato alle “regine del ritmo”. Se la trovate ancora da qualche parte vi consiglio di dare un’ occhiata. Anche riviste famose come l'americana Modern Drummer o l'inglese Rhythm trattano sempre più spesso l’argomento della batterista.
Le donne dietro i tamburi non sono ancora tante, però sicuramente non sono a rischio d’estinzione, hanno solo bisogno di un po’ di tempo per diventare più numerose e per scoprire il mondo della batteria.

Elisabeth Orion