giovedì 3 gennaio 2013

Manu Katché


Ho sempre avuto un debole per i rullanti in ottone, e in particolare per il suono di Manu Katchè, non è un mistero e chi mi conosce sa che è per me "il suono" del rullante, senza se e senza ma... però, proprio studiando la sonorità di questo batterista , mi sono addentrato un pò meglio dentro la sua "storia" e (di conseguenza) dentro la storia di questo rullante prodotto dalla Yamaha ad inizio anni '90.

Esiste un video di Katchè che suona con un rullante Ludwig, il video è assai vecchio e Katchè era, all'epoca, poco più che un illustre sconosciuto. Quando iniziò a farsi conoscere ed apprezzare, la Yamaha gli propose subito di realizzare un rullante che avesse le caratteristiche sonore che avevano reso celebre Katchè. Ma katchè, fino ad allora, aveva suonato rullanti Ludwig, anche se con batterie Yamaha.

In breve, fu chiesto alla Yamaha di realizzare la copia esatta del Black Beauty, forti anche della collaborazione ed esperienza del gruppo Yamaha Moto, che con metalli e le leghe particolari erano molto.. "ferrati"!

E così arrivò questo rullante sul mercato, senza troppe informazioni (come nello stile delle case giapponesi...) ma con un grande eco pubblicitario dettato dal nome di Katchè che andava affermandosi (di lì a poco ci fu anche il celebre tour con Peter Gabriel "SO").

Sono passati gli anni, ne sono passati oltre 20, e se guardiamo Katchè oggi, nel 90 per cento dei casi usa ancora il "suo" rullante, il numero "001", se vogliamo chiamarlo così.. lui che potrebbe permettersi di cambiarne uno al giorno, di averne sempre di nuovi ad ogni concerto, usa invece un rullante "vecchio" di oltre venti annni, e usa sempre quello per ogni sua registrazione. Nè il modello seguente (il custom model che arrivò nel '96 con i tiranti di nuovo tipo), nè il modello attuale (non più seamless). Usa sempre il "suo" vecchio rullo.

Qualche motivo dev'esserci...

Andando a curiosare tra leggende e voci del web, pare che Katchè abbia chiesto la replica esatta del Black Beauty anche nella realizzazione della lega (ottone si, ma l'ottone non è uguale per tutti... in genere è composto da due metalli, a cui se ne aggiunge un terzo per modificarne durezza e struttura), quindi il suo sarebbe una specie di B.B. in tutto e per tutto, con l'aggiunta della tecnologia Yamaha (non me ne vogliano i tifosi Ludwig, ma ben superiore a livello di metalli e precisione meccanica) e una serie di piccoli accorgimenti che il Ludwig non aveva e che non avrebbe avuto mai, rimanendo fedele alla linea costruttiva che lo ha caratterizzato da oramai quasi un secolo... Fu una copia fedele del B.B. nella prima produzione, ma (sembra) non nella produzione successiva, che non fu fatta con lo stesso ottone (per ragioni di costi??); tra l'altro, qualche tempo fa ne ho avuti due insieme, un prima serie e un seconda serie, e devo dire che il seconda serie, il "custom model" per capirci, suonava effettivamente molto meno)...

Ma tornando alla prima produzione e agli accorgimenti tecnici, quali erano??

Il primo tra tutti è nello snare bed, più stretto e meno profondo (di pochissimo, già il Ludwig è poco presente come snare bed), visibile nelle due foto che ho pubblicato in quest'album, con il rullo smontato e capovolto; poi il bearing edge più addolcito (se fosse in legno, sarebbe un 45 rounded esterno) che ne controlla il suono... poi la cordiera ad azione parallela, più precisa e affidabile (la Ludwig è tristemente famosa per la sua inaffidabilità, anche se ad un B.B. si perdona tutto...); poi i cerchi, soprattutto quello inferiore realizzato in alluminio (anzichè zinco o alluminio e zinco), con la consueta leggerezza dei cerchi Yamaha (pelle che risuona libera come se avesse un tripla flangia) e con il controllo degli overtones (alluminio) davvero perfetto. Poi il foro di sfiato, posto in basso per una maggior compressione e nota più bassa... infine la cordiera, una stainless standard ma con i fili più vicini (quindi più stretta) e leggermente più corta, quasi come fosse una 13"... oltre al fusto seamless (come il Ludwig) e all'anodizzazione (come il Ludwig) che è di per sè un processo costruttivo che controlla il suono (una specie di ruggine indotta).

E, cosa importante, una modifica fatta da Katchè e quindi "solo" sul suo rullante, un cerchio battente Ludwig Twin Channel, che ha la capacità di tirare la pelle a vetro senza farla "chiudere", facendo suonare il rullante come un timbales (il suono di Katchè, appunto) ma con quella presenza di corpo che con un altro cerchio si perderebbe (i Twin Channel sono dei cerchi usati dalla Ludwig sui Coliseum e poi dismessi perchè troppo costosi, abbastanza introvabili se non sul mercato americano, di seconda mano o da collezionisti).

In conclusione, un rullante "copiato" si, ma riveduto e corretto rispetto all'originale (il Black Beauty), pensato nei minimi dettagli e che suona veramente bene (per gli amanti del genere, ovviamente), e si differenzia da tutta la produzione successiva che poi, nel corso degli anni, è diventata meno attenta rispetto al modello che ha fatto da capostipite, leggermente più "economica" e con l'occhio più orientato al marketing..

Ecco perchè. oggi, dopo tanto cercare, ho preferito di nuovo prendermi un "vecchio" MK limited edition piuttosto che un B.B Ludwig o un MK nuovo di negozio.

Pippe mentali?



Fabrizio Granata

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